Ogni anno incontra circa 20.000 studenti e da quando ha iniziato ha parlato a più di 200.000 tra giovani e docenti. E’ ispiratore di professione ma anche atleta paralimpico e campione italiano con trenta medaglie d’oro al suo attivo, nonché marito di Florinda e papà felice di due splendide bimbe, Alice e Asia. Alessio Tavecchio però non è nato “ispiratore”, lo è diventato.
In questa sua vita che racconta agli studenti, circa vent’anni fa è successa una tragedia, quando era un ragazzo di 23 anni a cui non mancava nulla, tanti amici, benessere, successo, studi al Politecnico di Milano. Aveva tutto fuorché una cosa: la felicità. Girava a vuoto, senza un sogno, sempre insoddisfatto.
Finché il 5 dicembre 1993 succede una cosa che lo trasferisce al volo da una moto ad una sedia a rotelle. Un volo appunto, un banale incidente stradale a 50 all’ora in mezzo a Milano, per colpa di una buca per lavori in corso non segnalati e di una caduta che gli spezza la spina dorsale. “ Proprio la banalità di questo incidente – racconta Alessio in una intervista esclusiva per Milano Etno TV – mi ha fatto spesso pensare che la vita che stavo sperperando quel giorno abbia adottato nei miei confronti una misura estrema per fermarmi e mettermi in salvo”. In seguito alla caduta Alessio è sottoposto ad un operazione che inspiegabilmente procura una complicazione, un arresto cardiaco.
Alessio finisce in coma. Dopo 8 lunghi giorni tra la vita e la morte ce la fa e riprende conoscenza. “Il risveglio fu molto strano – continua Alessio – ero amaramente consapevole di essere paralizzato ma questo non era il mio unico pensiero. Mi chiedevo dove fosse finita Mara, una ragazza che pensavo di aver incontrato nella vita reale e che invece avevo incontrato durante il coma. Mara mi aveva tenuto compagnia nello stato di premorte, guidandomi in quel mondo di luce e di pace che non avrei più dimenticato.
Ora al risveglio, se da un lato ero distrutto dalla consapevolezza di essere “rotto”, dall’altro la rivelazione che la vita continuava oltre alla fine di questo corpo mi dava una speranza che non avevo mai provato prima. All’inizio la tentazione di spaccare tutto ed annientarmi ci fu
ovviamente ma durò poco perché, oltre alla possibilità di subire il mio stato dando la colpa per tutta la vita agli altri, alla buca, alla moto, ai lavori in corso, si fece strada nella mente un’altra idea: vivere e prendere il comando della nuova condizione. Io continuavo ad essere Alessio, lo stesso Alessio di prima, che adesso era al comando di una macchina, il mio nuovo corpo, che andava diversamente. Ora dovevo imparare a farla funzionare.
Avevo ricevuto, primo, un’informazione preziosa, cioè che la mia vita sarebbe continuata oltre al mio corpo e, secondo, un lavoro da fare. Ora toccava a me”. Con una determinazione mai avuta prima, Alessio inizia un duro percorso di recupero. Da quel momento inizia un intenso lavoro di riabilitazione che lo porta rapidamente fuori dall’ospedale. Bruciando le tappe, dopo 4 mesi dall’incidente Alessio è a casa. Nel percorso di recupero, trova un ambiente in cui si muove a suo agio: l’acqua. Dopo 7 mesi i suoi esercizi di riabilitazione sono diventate gare e lui è ora è un atleta, un nuotatore. I suoi tempi sono stupefacenti, inizia a vincere e ad arrivare primo, e conquista 3 medaglie d’oro ai campionati italiani. “Alla fine di un allenamento a gennaio del 1996, racconta Alessio – solo due anni dopo l’incidente, il mio allenatore mi annuncia con una faccia strabiliata “ Alessio il tuo tempo è sotto il limite: possiamo partecipare alle paralimpiadi”. A settembre del 1996 Alessio vola ad Atalanta e riesce a piazzarsi in due finali.
La sua determinazione e la ricerca della felicità in ogni azione quotidiana lo rendono un campione nato, anzi ri-nato. In dieci anni di gare conquisterà più di 30 medaglie. Nel 1998 il libro a cui Alessio affida la prima versione della sua incredibile storia si intitola “Cronaca di una guarigione impossibile” e vende 70.000 copie, una cifra da record per il mercato italiano.
“Il lavoro di cui mi ero incaricato durante il coma – continua Alessio – non riguardava solo la mia guarigione spirituale ma anche l’impegno a condividere questa esperienza con più persone possibili. Non ero rinato per fare l’atleta bensì per insegnare ad avere speranza”. Coerente con la missione che si è proposto, Alessio inizia a girare l’Italia per promuovere il suo libro. In una tappa del suo tour arriva a Rimini. La sua storia giunge alle orecchie del preside di una scuola che lo invita a parlare ai ragazzini di educazione stradale. “ Accettai di impulso – ricorda Alessio – ma confesso che ero un po’ agitato. Il confronto con lo sguardo senza filtri dei ragazzini non l’avevo mai provato. Cosi andai a braccio, perché sapevo quello che avrei detto. Non una sfilza di regole. Piuttosto…sei al volante della tua vita, devi proteggerla perché lei ti serve per raggiungere il tuo sogno… Mi ascoltarono senza fiatare alla fine mi sommersero di domande, non mi lasciavano più andare via! Scoprii di avere un forte ascendente e soprattutto, scoprii che quella sarebbe stata la mia missione”.
La nuova consapevolezza lo porta a definire un progetto sulla sicurezza stradale con l’Automobile Club di Milano e a moltiplicare via via gli interventi nelle scuole. Dal 1999 non si ferma più fino ad arrivare ad un pubblico di 20.000 studenti all’anno. Negli anni ha dato alla Fondazione Alessio Tavecchio ONLUS per realizzare un Centro Polifunzionale di Residenzialità, Formazione e Sport per persone disabili ma aperto a tutti (alessio.org) e all’attività
lavorativa di Progetto Vita per gli interventi formativi nelle scuole e
nelle aziende (alessioprogettovita.it). Nel 2008 dedica ai suoi primi 10 anni nella scuola il libro “Con una marcia in più” e nel 2012 viene pubblicato “Il ragazzo che nacque due volte”, la storia della sua straordinaria esperienza di vita. “Uno dei momenti più importanti del mio lavoro con i ragazzini – ci rivela Alessio – è quando si “rompono le fila”, alla fine del mio intervento. Li arriva chi è stato veramente ispirato, chi non si scorderà più di quelle parole.
Un giorno alla fine dell’incontro arriva da me un ragazzino di circa 13 anni, un’età in cui si inizia a farsi vedere duri e puri. Aveva gli occhi luccicanti ma cercava di non piangere. Mi fa , ti devo dire una cosa… Alessio da oggi in poi sarai il mio idolo! Ecco penso che questo ragazzino sarò io a non potermelo scordare!”.
La prova di tutto ciò è che il contatto di Alessio è arrivato in redazione grazie a Luisiana, una ragazzina di 12 anni figlia di un nostro collega che, alla fine di un intervento a scuola, ha chiesto ad Alessio il numero e la mail per un intervista nella rubrica chiamata Gli ispiratori. Noi di Milano Etno TV, nell’ottobre del 2015 quando abbiamo iniziato questa rubrica, dicevamo di voler raccontare storie “ di donne e uomini che dinanzi a difficolta ambientali, economiche, di salute hanno deciso di non essere sconfitti… Li chiamano nelle aziende, nei convegni medici, nelle case editrici, nelle università per insegnare a impiegati e a studenti come avere fiducia nella vita, nonostante tutto”. Ora rileggendo quelle parole, le pensiamo come ad una profezia del nostro futuro incontro con Alessio, di professione Ispiratore e vincitore nella vita.