Vittoriosi sull’Ebola nel 2014, allestiranno un ospedale da campo a CREMA, per dar manforte al personale medico del focolaio numero 1 in Italia

L’aveva annunciato Giulio Gallera, assessore al welfare della regione Lombardia, una conferenza stampa il 14 marzo. Ci mancano medici, avremo aiuto da medici cubani, cinesi e dal Venezuela. E dopo 7 giorni, #Cubasalva: una “brigada” di 52 medici e paramedici si è materializzata a Malpensa, aeroporto quasi a zero traffico per le note restrizioni governative, il 22 marzo 2020. Un mese esatto da quel sabato 22 febbraio in cui la Lombardia si risvegliò con una certezza: era arrivata l’epidemia.
“La crisi più dura del dopoguerra” ( Giuseppe Conte)
Con quei 16 casi, 14 a Codogno e 2 a Vò Euganeo e i primi repentini decessi, l’Italia, senza realmente rendersene conto, stava per iniziare la sua più triste primavera dal almeno 70 anni, la “crisi più grave del dopoguerra” come il premier Giuseppe Conte ha dichiarato nel suo discorso alla Nazione proprio oggi 22 marzo. 47.021 casi, 37.860 positivi, 5129 guariti, ben 4032 decessi, circa 1000 in più rispetto alla Cina (3225), un paese che è 25 volte più popoloso: questi i numeri a solo un mese dall’inizio dell’incubo. I medici di stabiliranno a Crema, nel cuore del focolaio, e lì allestiranno un ospedale da campo, come sono abituati a fare.
Specialisti in disastri
Perché i 52 medici della brigada arrivati in Italia non sono stati riuniti per l’occasione ma fanno parte dell’ormai leggendario Contingente Internacional de Medicos Espacializados en Situaziones de Desastres y Graves Epidemias “Henry Reeve” che dal 2005 rende possibile con la professionalità e l’abnegazione dei suoi componenti il programma umanitario internazionale fortemente voluto da Fidel Castro. La loro più recente vittoria è stata la campagna conro l’Ebola nel 2014, quando circa 300 medici vennero mandati in Congo. Da quella vittoria, come si legge nei tweet della Cancillerìa de Cuba, il vertice del Ministero degli Esteri, Cuba ha ricevuto ben 12.000 richieste di intervento per la “Henry Reeve”. Ora la medesima fonte ci informa che 59 paesi dove la brigada ha offerto il suo aiuto in questi anni, sono già coinvolti nella pandemia COVID 19.
Italia e Cuba unite contro il virus
Ora la medesima fonte ci informa che dei 59 paesi dove la brigada ha offerto il suo aiuto in questi anni, 37 sono già coinvolti nella pandemia COVID 19, l’Italia e la sua sanità in testa a tutti, una sanità combattiva e geniale ( si pensi alla recentissima conquista del team guidato da Marco Ranieri esperto in rianimazione presso l’ospedale di Piacenza, che, con una ingegnosa modifica tecnica immediatamente messa in produzione da un’impresa di Mirandola, ha permesso di collegare lo stesso respiratore da terapia intensiva a due pazienti anziché uno solo) ma anche stremata. Ora a rafforzare questa eroica Resistenza, arrivano le truppe d’assalto della brigada dei medici cubana a suggellare una collaborazione tra Italia e Cuba che ha visto spesso le due nazioni unite negli intenti. Anzi, come ha commentato l’Ambasciatore di Cuba a Roma Josè Carlos Rodriguez Ruiz “ Nei tempi oscuri del COVID19 Italia e Cuba sempre più unite”.