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INTERROGANTE AL MUDEC: QUANDO LA POESIA SI FA SPETTACOLARE

“Dalla Poesia al Teatro: peripezie di una donna senza valigia”  di Interrogante Spettacolo ha debuttato  il 21 ottobre  al Museo delle Culture.

Può la poesia diventare spettacolo?  Può non essere solo testo, trasmesso  in forma scritta e orale,  ma divenire  anche arte, colore, gesto, danza, musica ed esprimersi tramite un’opera teatrale o un audiovisivo?  Può darsi che quando tutto è iniziato non avessero la risposta ma hanno accettato egualmente la sfida Kalua Rodriguez,  Yudel Collazo e gli altri componenti della Compagnia Interrogante Spettacolo,  gli arditi artisti di teatro sperimentale che,  come annunciato nel nostro articolo del 14 ottobre 2021,   hanno dato vita a “Dalla Poesia al Teatro: peripezie di una donna senza valigia”, performance multimediale andata in scena giovedì 21 ottobre al MUDEC Museo delle Culture di Milano.  L’opera, ideata e diretta da Kalua, fondatrice nel 2008 di Interrogante, è la  nuova tappa  di “Poetas en paralelo. Poesía y comunidad” , progetto biennale di promozione del dialogo interculturale ideato dall’Associazione CubEArt in collaborazione con la Casa della Poesia di Milano, l’Instituto Cervantes, l’Instituto Cubano del Libro e il progetto Poetry is my passion, annunciato  il 20 marzo scorso che collega e mette in luce le opere e le figure di 60 poeti, 25 provenienti da Cuba, 25 dall’Italia e 10 dalla Spagna.  Cinque i poeti divenuti essi stessi personaggi della performance: Mirna Ortiz, Paola Pennecchi, Luigi Cannillo, Paolo Cerruto, Amos Mattio; cinque le videopoesie, opere audiovisive liberamente ispirate alle composizioni dei poeti di cui sopra, muse  della performance, dirette anch’esse dalla Rodriguez, ideate e realizzate con la collaborazione di Yudel Collazo; molti gli Interroganti in scena: Yanedis Martinez (danzatrice), Yudel Collazo (attore e danzatore), Yosvanis Gil, (attore), Danny Torres (fotografo). Presente anche la performer cinese  Chen Wong attrice e danzatrice e i musicisti Lucas Ezequiel Rodriguez e Danny Torre. La varietà del cast rende l’idea della complessità dell’opera che ha fatto appello a vare discipline artistiche: così, mentre sullo schermo dell’Auditorium del Mudec il pubblico poteva seguire le videopoesie, filmati in cui alla poesia, o scritta o recitata dal poeta veniva associata una sceneggiatura creata da Interrogante,    sul palco prendeva vita  l’opera teatrale nelle vesti di vari personaggi,  dal poeta romantico in cerca di ispirazione in punta di piuma, ai due contendenti in forma di pantomima, antagonisti della danzatrice, alla performance  del narciso che oscilla tra machismo e seduzione femminile, metteva in scena uno de temi dell’opera, l’identità di genere, al duetto dei due amanti senza lieto fine, avvolti da un velo viola che li separa ma non li protegge dal resto del mondo. Sezioni che introducono alla performance dalla protagonista delle peripezie, una donna senza valigia ma ricca di autoironia, alla ricerca dell’uomo ideale ma che invece trova sempre quello sbagliato perché a lei , si sa, piacciono gli uomini fuoriclasse; che interroga il pubblico su cosa sia la Poesia ma non dà a nessuno il tempo di rispondere, presa dalla ricerca di una definizione di sé che un grande poeta  moderno metteva in guardia dal cercare.  “Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe” ammoniva Montale  quasi 100 anni fa  con disincantata ironia. Invece la nostra donna senza valigia questo incanto non l’ha perso e ancora spera, ha fiducia: la salva il sense of humor grazie al quale si destreggia con i poeti che stanno al suo gioco e anche loro non si prendono troppo sul serio ma invece prendono sul serio la Poesia. Il risultato  è spettacolare per davvero. Non tanto o non solo per la interdisciplinarietà dell’opera “Peripezie di una donna senza valigia” e per la dovizia dei media artistici  messi in campo, bensì per la sua interculturalità. Prima e a monte di tutto ciò,  sta il fatto che l’anima di Interrogante è cubana ed è un’anima della diaspora di quel Paese. Un’anima che spera perché chi migra spera per forza. Il gruppo di Interrogante, nel restituire le poesie in altra forma, non ha potuto e non ha voluto fare a meno di filtrarle attraverso la sua cultura, la sensibilità, la sua visione di un mondo in cui speranza e bellezza hanno ancora tanta parte, che ha potuto riconoscere e smantellare i pregiudizi sulla poesia della cultura ospitante. Il valore dell’interculturalità del “progetto madre” delle Peripezie, Poetas en parallelo,  è stato messo in risalto a più riprese  dal dibattito  che è seguito alla performance, a cui hanno preso parte, sotto la partecipata conduzione di  Ana Maria Pedroso di Cubeart,  Carmen Canillas (responsabile culturale dell’Istituto Cervantes di Milano e coordinatrice del progetto Poetas en paralelo), Sabrina Crivelli (poetessa, scrittrice e teorica del cinema e delle arti visive), Pietro Berra (poeta e giornalista), Amos Mattio (poeta, coordinatore della Casa della Poesia di Milano e curatore della selezione italiana del progetto “Poetas en paralelo. Poesía e comunidad”) e la già citata Kalua Rodriguez. Un “incontro ravvicinato con la bellezza” è la definizione che nel panel il giornalista Pietro Berra ha dato della performance della serata. È forse è questa opportunità di incontrare da vicino una spettacolare bellezza la risposta a chi si pone la domanda di come avvicinare nuovi spettatori alla Poesia. Perché il tema forse non è raggiungere bensì creare un nuovo pubblico,  capace di stupirsi, interagire e divenire  esso stesso spettacolare. 

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