L’appuntamento è nel primo pomeriggio al Parco Sempione a Milano, nell’area verde, cintata, a fianco del fossato che costeggia le antiche mura del Castello Sforzesco.Superati i due chioschi di bibite adiacenti vedo una piccola bandiera ucraina appesa al ramo di un albero. Giulia fa un cenno e mi viene incontro, accogliendomi con un grande sorriso ed una stretta di mano. Giulia è ucraina, ma risiede da molti anni in Italia; è un’attivista ed anche una animatrice di feste per bambini per “passione” come vuole definirsi.

Vuole dare una mano alle famiglie del suo Paese rifugiate nella zona tra Milano e Varese, perciò oggi, che Milano ha deciso di scendere ancora una volta per le strade, all’Arco della Pace, adiacente al parco stesso, per protestare contro la guerra e l’invasione russa in Ucraina, non ci ha pensato due volte; un rapido giro di telefonate ed ha chiamato una trentina di mamme con bambini, appena arrivate in Italia, qualcuna da meno di una settimana e le ha convocate qui al Parco Sempione, in centro città, per far giocare i bambini e le bambine, (l’età media va dai 7 anni agli 12 anni) e fargli dimenticare le brutte immagini che si vedono in televisione.
Giulia è un fiume in piena, quando parla, racconta che la difficoltà maggiore per una famiglia di rifugiati quando arrivano qui da noi è che si sentono sradicati completamente, almeno i primi tempi. Nonostante la buona volontà del Comune, di tutti i Comuni, di Milano e Provincia, manca però una completa informazione.

Per esempio bisogna portare i bambini all’aria aperta, o al chiuso se piove, da qualche parte, ma mancano molte volte i centri di aggregazione dove le famiglie possano incontrarsi per scambiare informazioni e far giocare i bambini, che altrimenti, se gli adulti hanno impegni “da grandi” sono obbligati a stare chiusi in casa. I bambini non devono essere penalizzati, mi dice, devono vivere la loro età nonostante tutto e divertirsi, anche se c’è la guerra nel loro paese. Mentre i bambini si rincorrono e giocano a pallone, Giulia apre un enorme scatolone; dentro c’è di tutto: merendine, cioccolatini, caramelle, lecca lecca, giocattoli.
Allora chiedo a Giulia quale Sponsor ha provveduto ha spedire tutte queste cose; “No, no, nessuno sponsor, dice lei, ho comprato io stessa tutto per regalarlo ai bambini: anche se magari dopo le altre mamme contribuiscono”. Vengo a sapere anche che Giulia organizza pulman che coprono il tragitto fino al confine tra la Polonia e l’Ucraina e ritorno, per andare a prendere altre donne che scappano con i figli dal conflitto.Insomma Giulia si dà un gran daffare, e le amiche, le mamme, dicono che è veramente una brava ragazza.

Chiaccherando, chiaccherando, si è fatta l’ora di raggiungere l’Arco della Pace, non lontano da qui, dove la protesta degli ucraini, insieme a tanti milanesi continuerà …
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© Alfredo Felletti